Associazione Culturale Pensieri Dal Basso

martedì 27 settembre 2011

Città del Sole, MAd design, Festival del Cinema dei Diritti Umani e...

La nostra attività si è arricchiata dopo l'estate di tante collaborazioni molto importanti, il lavoro di costruzione della rete cominciato da noi a partire da aprile-maggio comincia a dare i suoi frutti attraverso il consolidarsi della nostra partecipazione alla gestione e ai progetti della "Città del Sole" dove preparammo già la nostra serata sull'energia del 10 giugno scorso. In questo centro culturale l'attività è fervente e le associazioni che vi partecipano sono molto attive e propositive. Molti sono i progetti in cantiere e non ultimo esiste l'impegno da parte nostra di aiutare gli amici del centro ad inserire la biblioteca lì presente nella rete delle biblioteche regionali attraverso un lungo e importante lavoro di catalogazione e riordino. La calendarizzazione delle attività è ancora aperta ma i primi progetti cominciano a farsi vedere, di seguito riporto due progetti che mi sono stati inviati dagli amici del "Festival del Cinema dei Diritti Umani" con i quali partirà un progetto che potrebbe portare ad un ciclo di serate a tema:


UN LIBRO SULLA SCUOLA A NAPOLI.
E’ uscito un libro molto stimolante , il cui titolo è “Insegnare al Principe di Danimarca”, autrice ne è Carla Melazzini (Edizioni Sellerio, pp 272, €14), il testo è curato da Cesare Moreno che ne è stato il marito: l’autrice è scomparsa 2 anni fa.  Esso tratta del Progetto Chance che dal 1998, a partire dal quartiere di Barra-San Giovanni, tra le più disgregate periferie di Napoli, ha segnato un modo nuovo di fare scuola, e di cui Carla era parte. Come dice il nome, attraverso questa pratica era data una “possibilità” ai ragazzi che avevano abbandonato il percorso scolastico normale (“curricolare”), o affidati a loro dalle varie Procure Minorili, di riappropriarsi del loro rapporto con la formazione. Non è semplicemente un “recupero”: ma molto di più. Era una modo che sovvertiva completamente il rapporto con la scuola; lo riscriveva. La fatica di tutte le decine di Operatori-Maestri di Strada non era quello di “tenere a bada” questi ragazzotti, spesso considerati irrecuperabili dalle istituzioni, all’interno dei “recinti” scolastici, ma quella di scavare dentro di sé le vie del dialogo reciproco. Come dice Carla, “noi insegnanti dobbiamo imparare la dura arte del dialogo”. A mio avviso, è questa l’unica professionalità su cui il docente dovrebbe formarsi e rispondere. Tutte le altre “competenze” tecnico-scientifiche sono, di fatto, accessorie, benché importanti. Infatti, se non si riesce a dialogare, in particolare toccando l’emotività degli studenti, come è possibile “far passare” un qualche insegnamento, che non sia temporaneo imparaticcio? E ciò vale per tutti gli ordini di scolarizzazione: da quella dell’Infanzia a quella Universitaria. E non ha  nemmeno (più) le stimmate di un’isolata “antipedagogia” residual-sessantotesca, perché la corrente di pensiero pedagogico in cui si immette è robustamente impiantata nell’attuale ricerca universitaria istituzionale; e ha il conforto “metodologico” e culturale di illustri filosofi e maitres-à-penser come Umberto Galimberti, Eugenio Borgna. Del resto già il titolo, nella sua raffinata e colta evocatività, esprime il complesso iter di ricerca sul campo, con cui il Progetto, coordinato da Moreno, da Marco Rossi Doria e da altri, si poneva interlocutoriamente con l’ambiente in cui operava, cui, nel tempo, ha dato risposte non frammentarie e non limitate ad esso, come testimoniano il numero elevato di ricerche e tesi universitarie promosse sull’argomento. Ovviamente il “Principe di Danimarca” del titolo è l’Amleto shakespeariano. Egli è ossessionato dalla vendetta: la preponderanza di questa pulsione omicida nella sua emotività è assoluta. Questa gli impedisce di vivere. Amleto “non è” altro che la sua vendetta: non “esiste”, come persona, al di fuori di essa. In un’alta metafora, in realtà, è resa la sintomatologia prevalente del disagio giovanile: l’essere catturati da quelli che vengono definiti  (U.Galimberti) “impulsi”, che li abitano totalmente. E che impediscono l’accettazione di ciò che è altro da loro. E che sfocia, molto spesso, in “acting”, in dei corto-circuiti in cui le risposte a degli stimoli imprevisti sono nell’im/mediata fisicità contro-pulsionale: come negli “appiccichi” tra ragazzi fuori delle discoteche, spesso letali. Solo dal passaggio e la trasformazione degli impulsi in “emozioni” e successivamente, in “sentimenti”, che ne sono la dimensione esplorativa-conoscitiva, si ha che quei grumi di energia vitale, inespressa, cioè gli impulsi, possano essere incanalati positivamente. Dalla pulsionalità adolescenziale, dalla conflittualità ribollente che ne scaturisce, alla strutturazione organica dei sentimenti in progetti d’esistenza, che vedano la propria persona agire in interazione con l’altro. Non è forse una proposta strategica operativa che ha valore, in forme diverse, in tutti gli ambienti formativi con al centro degli adolescenti? Non solo quelli disgregati? Il bello di questi operatori è che loro hanno 
avuto dei risultati concreti, statisticamente comprovati, pur operando in situazioni d’estrema difficoltà. Eppure il “Progetto Chance”, 11 anni dopo è stato soppresso. Questo libro, così ricco di tensione vitale e di umanità, con pagine d’intenso lirismo, ne è una splendida testimonianza. 



GIACOMO LEOPARDI, NOSTRO CONTEMPORANEO. 
L’XI Edizione del FestivalFilosofia tenutosi a Modena-Sassuolo-Sarzana dal 16 al 18 settembre ’11, diretto dal filosofo e cattedratico Remo Bodei, ha avuto come tema la questione “Cosa è accaduto alla Natura?”. E’ un tema di stringentissima attualità, perché è ormai idea comunemente recepita, che la natura non è un contenitore amorfo, impassibile e passivo delle nostre gesta. Tralasciando tutti gli importanti contributi, che meriterebbero un’analisi approfondita, come quello di Zygmunt Bauman, c’è da notare che una delle più significative e costanti denotazioni del tema del Festival era “Natura matrigna”. Già questa locuzione di per sé, sulla base di ricordi scolastici, richiama fortemente un aspetto essenziale del “pensiero” del poeta Giacomo Leopardi, quella parte che riguardava il cosiddetto (scolasticamente) “Pessimismo Cosmico”, in cui il poeta recanatese superava la considerazione positiva della “Natura”. Egli, sulla base della lezione illuminista e sociale di J.-J.Rousseau, nella prima fase della sua riflessione, distingueva l’ambiente storico, “teatro” delle trasformazioni apportate dall’uomo, da quello naturale. E affermava che quest’ultimo è “di per sé” portatore dell’istanza di “Felicità”, perché essa sarebbe insita nell’armonia e nell’equilibrio che vi osserviamo nell’insieme; ed è un tema che addirittura si è caratterizzato come uno dei valori comuni da realizzare concretamente nel “mettere in pratica” la Filosofia dei Lumi,. E’ l’uomo che, per affermare il suo egoismo, la sua brama incontrollabile di possesso, di controllo sulla natura stessa, altera irreparabilmente quest’equilibrio. Questa fase leopardiana è comunemente indicata nella manualistica letteraria come “Pessimismo Storico”. Tuttavia, la riflessione filosofica leopardiana approfondisce e discute continuamente tutti quei temi che sono il cuore della sua poesia, confrontandosi con l’esperienza personale, storica e a lui contemporanea: non ne dà una versione dogmatica. In ciò lo “Zibaldone”, singolare e ricchissimo “diario di lavoro” intellettuale, vera e propria miniera senza fondo di spunti, intuizioni, spesso geniali, ne è testimone fedele. Egli arriva alla considerazione filosofica più propriamente materialistica, per cui la natura è indifferente, rispetto alle gesta dell’uomo. E’, appunto, come una matrigna che, avendo dato i natali ai suoi figli, se ne disinteressa. Non è che sia cattiva: semplicemente obbedisce alle sue leggi. E’ un “problema” dell’uomo, comprenderle e accettarle. Però in questo taglio riflessivo si concentra la novità e la profonda attualità del pensiero leopardiano. E’ solo la vulgata mistificata dal giudizio di B.Croce, e dei molti suoi seguaci, che hanno impoverito la figura di questo poeta-intellettuale, rendendolo una barzelletta di piagnone insoddisfatto. Giacomo afferma sempre che il rapporto con la Natura c’è ed è articolato, in quanto dobbiamo comprendere seriamente e profondamente, le sue “ragioni”: solo così potremo conviverci; altrimenti si fa la fine preconizzata, in chiave sarcastica, ma molto realistica, nel famoso “Dialogo di un Folletto e di uno Gnomo” (1824), nelle “Operette morali”. Lo gnomo, da sottoterra va in superficie, per sapere che fine avessero fatto gli umani: lo chiede a un folletto; questi gli dice che si sono estinti “parte guerreggiando..parte mangiandosi l’un l’altro…parte ammazzandosi..parte…studiando tutte le vie per andare contro la propria natura”. Nel mentre si nota che la scomparsa di una specie di abitanti della Terra non è un fatto insolito nella sua storia, come ci testimoniano i molti reperti ossificati, egli continua affermando che “le altre cose, benché sia dileguato il genere umano, ancora durano e procedono come prima, dove essi credevano che il mondo fosse loro e mantenuto per loro soli…e la terra non sente che le manchi nulla”. Leopardi, come dice il filosofo Roberto Esposito, in uno dei contributi al FestivalFilosofia, è un antesignano profetico (come lo era P.P.Pasolini negli anni 70 nella sua polemica contro il consumismo) del superamento dell’ottica antropocentrica nei confronti della Natura. Oggi numerosi pensatori parlano di “Principio-Responsabilità” (Hans Jonas) da adottare verso di lei; collettivamente, tutti: perché periremo o ci salveremo tutti insieme.


Un altro contatto molto importante e costruttivo esiste con l'Architetto ed esperto di design Marco Elia che l'8 ottobre presso ISI ARTE presenta MAd design www.mad-design.it (la locandina di seguito riportata). A testimonianza della nostra vicinanza con il mondo dei beni culturali e dell'arte in generale, noi saremo presenti alla serata e vi invitiamo caldamente a partecipare poichè è una manifestazione ben allestita e particolarmente interessante che può lanciare uno sguardo peculiare sulle arti contemporanee e far nascere l'interesse verso un mondo non molto promosso dalle politiche attuali (per non dire svilito):



Il video seguente è la promo originale della serata gentilmente inviataci da Marco Elia organizzatore e curatore della serata.




Le collaborazioni avviate non finiscono qui ma siccome molte sono in cantiere vi comunicheremo i progetti avviati a tempo debito. Quindi a presto


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